lunedì 29 dicembre 2014

Dalle case di fango e paglia alle case in classe A

        





 

 

 

 

 

Dalle case di fango e paglia alle case di classe A


Progresso ? Forse dovremmo parlare di involuzione.
L’utilizzo di materiali come terra, paglia, legno e bambù nell’edilizia, è spesso visto con scetticismo nella cultura occidentale, dove è consuetudine edificare con il cemento armato. Bisogna invece ricordare che circa 5 miliardi di persone nel mondo, vivono in abitazioni costruite con materiali naturali, guadagnando in termini di comfort, salute e benessere.


 La scelta di costruire con il cemento è fondata più sulla praticità del materiale che sulla qualità. Spesso infatti si riscontrano problemi di umidità e l’insorgere di muffe. Inoltre l’industria del cemento produce circa il 51% dei gas dannosi per lo strato di ozono. 

La paglia è inoltre un ottimo isolante. Un tipico muro in paglia da 45 cm, intonacato, ha una trasmittanza U pari a circa 0,08 W/mqK (cemento armato= 2,65), e questo consente un notevole risparmio sul combustibile necessario al riscaldamento.

E’ fonoassorbente: viene infatti utilizzata come barriera acustica nelle autostrade e negli aeroporti, e per realizzare studi di registrazione.

E’ un materiale traspirante: abbinato a intonaci naturali assicura un ricambio d’aria costante all’interno dell’edificio, evitando così il formarsi di muffe.

Dal punto di vista statico è dimostrato che la paglia può sostenere più di 15 tonnellate al mq, e dal punto di vista antisismico, test di laboratorio mostrano gli effetti pressoché nulli di un terremoto di magnitudo 6,7 e la resistenza dei muri anche a sollecitazioni di doppia intensità. 


Ma torniamo all'involuzione: dicevamo che il valore di trasmittanza termica di un muro in paglia è pari a 0,08 W/mqK; vediamo a quali valori ci ha portato il progresso in campo edilizio:
  • muro in blocchi di cemento (λ:0,80) = 2,17 W/mqK
  • muro in cemento armato (λ:1,20) = 2,65 W/mqK
  • muro in termolaterizio alveolato (λ:0,29) = 0,96 W/mqK
 La casa di mia nonna aveva un isolamento 27 volte superiore ad una casa “moderna” costruita in blocchi di cemento; 33 volte superiore al cemento armato e 12 volte superiore al modernissimo termolaterizio alveolato.

Che non sia meglio “torrare a su connotu” ?

Dal Paleolitico fino allʼinizio del XIX secolo si sono succedute poche innovazioni che hanno migliorato la qualità dellʼabitare: le candele per illuminare, i vetri alle finestre, i camini e le stufe per riscaldare.
In Mesopotamia i bagni delle abitazioni erano già collegati a un sistema fognario e nellʼantica Roma c'era già il riscaldamento centralizzato: lʼipocausto, che scaldava tanto i locali delle terme pubbliche quanto i bagni privati. Ma dall'ipocausto al fotovoltaico c'è di mezzo il XX secolo: è dalla fine dellʼOttocento, con lʼavvento dellʼelettricità, che è cambiato tutto, e un diluvio di tecnologie ha trasformato la nostra vita, ma non sempre in meglio....

Ma non disperate, oggi potete costruire una casa in bioedilizia (vedi stratigrafia) con struttura portante in legno lamellare, isolata con lana di pecora o sughero, con una trasmittanza termica pari a 0,185 W/mqK, e può facilmente raggiungere prestazioni     
  # NZEB (Near Zero Energy Building): edificio ad energia quasi zero con trasmittanza di 0,15 W/mqK.
    Siamo in classe energetica A, A+ e #casa passiva avendo l'accortezza di completare l'opera con il # tetto ventilato, fotovoltaico e impianto radiante a pavimento.
  • Questo sì che è progresso: la casa del futuro dall'aspetto tradizionale. 
 Biocostruttori Riuniti 

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